Il Presidente provinciale Confcommercio Mauro Mambelli è intervenuto nuovamente sul tema del "caro energia" che rischia di compromettere il presente e il futuro di tante aziende sollecitando ulteriori interventi urgenti del Governo.
E’ però ormai certo che la corsa continua degli aumenti dell’energia e un’inflazione superiore all’8% (tasso record dalla fine del 1985), per quasi l’80% dovuta proprio all’impennata dei prezzi delle materie prime energetiche, metterà a rischio da qui ai primi sei mesi del 2023 le imprese ravennati del terziario di mercato e tantissimi posti di lavoro.
Tra i settori più esposti, il commercio al dettaglio, la ristorazione e gli alberghi con aumenti tripli rispetto a luglio 2021, i trasporti che oltre al caro carburanti (+30-35% da inizio pandemia ad oggi) si trovano ora a dover fermare i mezzi a gas metano per i rincari della materia prima; ma a risentire pesantemente di questa situazione sono anche i liberi professionisti, le agenzie di viaggio, le attività artistiche e sportive, i servizi di supporto alle imprese e il comparto dell’abbigliamento che, dopo una stagione di saldi marginalmente favorevole, si trova oggi a dover sopportare incrementi consistenti.
Complessivamente, la spesa in energia per i comparti del commercio, turismo e servizi nel 2022 ammonterà al triplo rispetto al 2021 e più del doppio rispetto al 2019.Il decreto aiuti Ter varato dal Consiglio dei Ministri contiene misure utili, ma non sufficienti per sostenere i settori economici.
Gli interventi in materia di crediti d’imposta volti a mitigare l’impennata dei costi energetici si sostanziano, infatti, in un beneficio del 40% per gasivori e non gasivori, del 40% per gli energivori e del 30% per i non energivori. Ma si tratta di misure riferite ai consumi per il prossimo bimestre ottobre-novembre.
Occorrono interventi per il rafforzamento, in particolare, del credito d’imposta per i non energivori già operante per il trimestre luglio-settembre, oltre che per una copertura anche per dicembre.
Andrebbe poi previsto un maggior ristoro per bollette con incrementi dei costi dei consumi elettrici per kWh superiori al 100%.
È anche necessario un sostegno alla liquidità delle imprese.
La situazione è quindi pesantissima: se non si interverrà con risorse consistenti ed adeguate, gli incrementi dei costi energetici e di gas per ottobre e novembre risulteranno sempre più insopportabili, per alcuni addirittura in aumento del 100% rispetto a luglio e agosto.