Il Presidente nazionale Confcommercio Carlo Sangalli ha sollecitato il Governo a fare di più per le imprese, dopo che la manovra di bilancio è intervenuta solo in modo marginale sul sistema produttivo.
“Siamo di fronte a un impianto prudente e difensivo. Prudente nel ricorso al disavanzo, difensivo nella scelta di concentrare i margini di manovra sul contrasto del caro energia.
Prudenza necessaria, visti sia l’impatto sul costo del servizio del debito pubblico delle scelte monetarie della Bce, sia l’annuncio della riduzione nel suo portafoglio di titoli di Stato. E concentrazione anch’essa necessaria, considerato, per esempio, che per le imprese del terziario il costo dell’energia elettrica e del gas può arrivare nel 2022 a quota 40 miliardi, contro i 13 del 2021”.
“Ma prudenza e concentrazione significano anche che occorrerà fare di più. Perché si rafforzano i crediti d’imposta energetici, ma la sterilizzazione degli oneri generali di sistema nel settore elettrico – che concorrono per circa un quarto al costo complessivo della bolletta – è stata limitata alle utenze con potenza disponibile fino a 16,5 kW, escludendo così gran parte del sistema produttivo.
Si tratta, inoltre, di misure riferite al solo primo trimestre del 2023. Il che rende ancora più urgenti le azioni strutturali di livello europeo per il contrasto del caro-energia”.
Per Sangalli “alcune scelte urgenti si potevano e si possono fare senza pesare sui conti pubblici: dalla proroga, almeno per tutto il 2023, della fine della maggior tutela di prezzo per le forniture di energia alle microimprese, a quella delle disposizioni emergenziali del periodo pandemico sulla riduzione del capitale sociale per perdite e sulla sospensione degli ammortamenti, fino all’introduzione della possibilità di ammortamenti di lungo periodo dei costi energetici. Così come si può fare di più anche per la riduzione del cuneo fiscale e contributivo sul costo del lavoro e per valorizzare strutturalmente welfare aziendale e welfare contrattuale”.
Occorrono poi interventi più organici e complessivi.
“Serve una riforma dell’Irpef che preveda riduzione delle aliquote e degli scaglioni di reddito, semplicità degli adempimenti, no tax area senza disparità, conferma del principio di progressività. Ma anche la revisione del sistema nazionale di riscossione, potenziandone l’efficienza amministrativa. E poi la semplificazione strutturale del sistema fiscale attraverso un codice tributario unico e la piena e coerente declinazione dei principi dello Statuto dei diritti del contribuente.
Quanto al tetto per il contante – conclude Sangalli – auspichiamo un coordinamento di livello europeo. E sul Pos una sola considerazione: bene il tavolo di confronto, ma occorrono risposte ben più compiute di un fondo ristori per le commissioni sulle transazioni fino a 30 euro pagate da esercenti con ricavi e compensi annui non superiori ai 400 mila euro”.