L’ultimo “Decreto flussi” ha aumentato del 18,6% il numero di cittadini extra Ue che possono entrare in Italia per lavorare, portandolo a 82.705, contro i 69.700 del decreto 2021.
L’incremento maggiore è relativo ai lavoratori subordinati non stagionali (38.705) che potranno inoltre essere impiegati da una platea più ampia di imprese. Infatti, ai settori già previsti l’anno scorso (turistico-alberghiero, autotrasporto per conto terzi ed edilizia) il decreto flussi 2022 ha aggiunto la meccanica, le telecomunicazioni, l’alimentare e la cantieristica navale (non il settore domestico).
Quest’anno chi vuole “chiamare” lavoratori extra Ue deve verificare al più presto l’indisponibilità di lavoratori in Italia, in modo da essere pronto per il click day del 27.03.2023, data di invio delle domande.
Per verificare l’indisponibilità di lavoratori già presenti sul territorio nazionale, i datori devono presentare una richiesta di personale al centro per l’impiego competente per territorio e in tal senso l’Anpal ha già pubblicato il modulo. L’indisponibilità di lavoratori deve essere autocertificata se il centro per l’impiego non risponde entro 15 giorni, se il lavoratore non si rivela idoneo o non si presenta al colloquio entro 20 giorni dalla richiesta di personale dal datore di lavoro al centro per l’impiego.
In base alle semplificazioni introdotte dal D.L. 73/2022, lo sportello unico deve rilasciare il nulla osta entro 30 giorni dalla domanda (prima erano 60) e il visto d’ingresso entro 20 giorni (in precedenza 30).